Salam Salem

la famiglia Salem, al centro il Patriarca, il nonno Maurice é in abito scuro sulla sinistra.

Elias davanti alla foto di suo padre Maurice

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Maurice

Elias

Aimana…

Sono i nomi dei Salem, la dinastia proveniente dal lontano Libano di navigatori nelle isole Tuomutu. Il primo a capitare da queste parti e’ stato il nonno, spinto da un ciclone fino a Rangiroa, e’ stato lui che navigando per le isole ha iniziato il commercio di varie mercanzie qua e la. A bordo di golette in legno, navigando a vela viaggiava, vendeva, comperava, trasportava… Poi il padre Elias, a cui ancora luccicano gli occhi quando parla del suo amato genitore, Maurice, mancato solo lo scorso anno con 92 primavere sulle spalle: “Ha voluto che costruissi qui a Rangiroa per trasferirmi da Papeete, una volta finiti i lavori non e’ venuto a vedere, ma s’e ne e’ andato contento.” Contento che la sua opera iniziata proprio in quell’isola oggi considerata la capitale delle Toumutu, sia continuata, portata avanti. Ed il più giovane, Aimana, “Heureusement il y a l’enfant”, “fortunatamente c’e’ il bambino” come lo chiama il padre, nonostante i suoi 37 anni, e’ il capitano del Mary Stella III, la nave che con i motori potenti e l’equipaggio ben allenato, come un fulmine naviga nelle acque polinesiane ed altrettanto velocemente carica e scarica, consegna mercanzie di ogni genere, in tutte le isole dove approda, con un’organizzazione impeccabile, con camion che spuntano, strategicamente parcheggiati, al momento essenziale, come se estratti dal cilindro di un prestidigitatore.
Per fare tutto questo ci vuole tenacia e cervello, forse anche un po’ di fortuna, certo, ma senza capacita’ non si va da nessuna parte, tanto meno per mare! E il nonno Maurice ha avuto l’occhio lungo, avrà sicuramente amato la sua patria, il Libano, una terra bella ma problematica, ha dato alla sua famiglia una vita dolce, anche se operosa, nei mari del sud, liberandoli dall’incubo delle pallottole che per lunghi anni hanno fischiato nella terra d’origine.
Pare che l’attuale nave sia una creatura del fratello di Elias, sempre presente nel capannone al porto, anche se un diabete cattivo lo ha costretto all’amputazione di entrambi i piedi, e’ considerato la memoria storica del battello, del quale conosce e ricorda ogni carico ed ogni tragitto.
Chissà che lavoro sogna di fare il giovane figlio, ancora bambino, ma bambino veramente, dell’attuale capitano, chissà se sarà lui o la figlioletta, che di tanto in tanto segue il padre nei suoi percorsi marini, o qualche cugino a far perdurare la tradizione di famiglia, continuando a solcare questo oceano Pacifico, che per loro nasconde ben pochi segreti, oramai.

Informazioni su Manu

Una tardoncella di 53 anni che ha lavorato fino alla cinquantina come achitetto, "mère cèlibataire" di un ragazzo oramai uomo con una buona professione avviata, che ho cresciuto da sola; dopo una vita ricca di responsabilità ho felicemente perduto il lavoro (che era interessante e non avrei mai pensato di lasciare). Dopo un primo momento di disorientamento mi sono indirizzata verso la mia grande passione: andare alla scoperta del mondo! Così sono partita per il Pacifico.
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