Kanak, Caldoche, Zoreille… Ecco i nomi degli abitanti della Nuova Caledonia, o meglio, i soprannomi non troppo gentili: escluso il primo, di cui l’etnia va fiera e rivendica l’indipendenza dalla Francia, gli altri due sono dispregiativi, come quello attribuito a noi italiani: Les Erital, una sorta di campagnoli che arrivano con la valigia di cartone piena di salame e formaggio! Ho scoperto casualmente che il termine Caldoche fosse dispregiativo, la mia guida ed anche Wikipedia recitano che la Caledonia e’ abitata da Kanak e Caldoche, non potevo immaginare fosse un antipatico nomignolo affibbiato ai ricchi coloni che si aggirano su grossi pick up, proprietari di terre immense. “Allora voi siete Caldoche” ho detto alle due sorelle quando le ho conosciute, “No, no, non si dice così!” E fortunatamente hanno capito le mia buona fede e non si sono offese, poteva facilmente crearsi un incidente diplomatico!
Il termine Zoreille ha svariate spiegazioni, quella che mi piace di più e’ che il caldo fa arrossire le orecchie dei nuovi arrivati dal “metropole”, dalla Francia ed ecco, dalla parole “oreille” leggermente storpiata questo nome. Meglio questa spiegazione che quella sanguinaria che ricorda le orecchie tagliate per punizione a schiavi e servitori disobbedienti. In Polinesia, invece, i bianchi sono chiamati “Popa’a” traduzione bruciati, sempre per l’effetto del caldo sole sulle candide pelli nordiche. Ma io no, non sono Popa’a, il colore della mia pelle e’ gradevolmente ambrato, grazie ai cromosomi della mia nonna sarda e non voglio, non mi piace essere chiamata così. Non so se sia presunzione, ma in Polinesia mi sento al mio posto, a casa mia ed ho fatto ridere le anziane donne delle isole australi quando ho affermato questa mia realtà. L’hanno accettata, non sentivo più questa parola quando passavo, ma un “taliano” leggermente storpiato, sono “taliana”, come ci chiamava anche l’uomo corallo di Tikeau, ridendo felice.
In questo paese multietnico sono presenti i “bico”, agnello, gli arabi, la maggior parte algerini qui deportati come prigionieri, la più parte residenti ancora oggi nella regione di Bourraille a Nessadiuc, localita’ con terre fertili che montano fino al passo appunto detto degli arabi.
L’ultimo soprannome e’ per la razza indonesiana, in Caledonia venivano chiamati “Gnauli”, come gli alberi dai fiori odorosi di dolce nettare mieloso, largamente presenti nel loro paese.
Mi sento sempre di più cittadina del mondo!
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