Le due sorelle

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Le due sorelle sono estremamente graziose, vivono in villette fiorite, nella capitale, dove ogni angolo è attentamente curato e decorato, un susseguirsi di fiori e fiocchi! Anche se, da brave ex colone, solo loro stesse che grattano e dipingono le mura di casa, nel dolce color salmone dalle lievi sfumature; nulla di ciò che le circonda fa pensare alle prove che la vita ha messo loro davanti, a quegli anni bui, gli anni degli “avvenimenti”.
La loro famiglia era saldamente installata a Thio, i genitori il figlio e le tre sorelle, gente molto perbene; abitavano in una villa che aveva un magnifico affaccio sulla laguna con la montagna alle spalle, a fianco della casa passava un “kreek” un tenero ruscello nelle cui pozze ci si poteva rinfrescare dalla calura completamente circondati dalla piante lussureggianti e si poteva fare il bagno anche senza vestiti, tanto la vegetazione era fitta ed impenetrabile ad ogni sguardo. Nella baia passavano le navi pronte a caricare in nichel, grande risorsa della Nuova Caledonia e con il suono della loro sirena movimentavano il trascorrere sereno di quella vita che scorreva serena.
Ma le cose sono cambiate, “Le persone non si riconoscevano più”, mi raccontano, “Non avrei mai immaginato simili cambiamenti!” perché la popolazione di razza Kanaki, a lungo schiacciata da molti francesi, ad un certo punto ha smesso di sopportare, e si è rivoltata, senza considerare, o considerando solo in parte chi aveva avuto un comportamento corretto verso di loro. E sono sorti i primi posti di blocco, i ribelli sbarravano le strade con del bambù per impedire il passassaggio, una sentinella doveva decidere se far passare o meno le vetture, se guardare o meno cosa ci fosse dentro le macchine, a caccia di armi o chissà cos’altro; e si divertiva a fare aspettare, a lasciare i poveretti sotto il sole in ansia per una fucilata che poteva partire senza motivo da un momento all’altro, quattro, cinque, dieci interminabili minuti, prima di decidersi a uscire dal suo rifugio per alzare la sbarra. Naturalmente non era possibile compiere le azioni più semplici senza passare dai posti di blocco: ritirare la posta, comperare un po’ di cibo… Anche se l’elicottero della Gendarmeria girava, girava, girava, era solo per monitorare gli eventi: gli abitanti vivevano da semi prigionieri! Di tanto in tanto qualche abitazione era messa a fuoco, con grande pena della famiglia che ci aveva abitato, spesso avvenivano incursioni, i ribelli erano in cerca di armi, di fucili da caccia, minacciavano, razziavano e solo grazie alla direttrice della scuola, dove era passato tutto il villaggio ed alla sua autorità la banda che ha cercato di entrare nella bella casa fiorita dove una sorella era rimasta da sola (gli altri membri della famiglia lavoravano altrove ed i genitori erano mancati) solo grazie al suo cipiglio è stato possibile evitare la tragedia in quel momento.
Ed una notte terribile, un’esplosione seguita da una fiammata sull’acqua ha creato un forte sgomento: i proprietari di un bel battello lo avevano distrutto essi stessi per non lasciare nulla in mano dei ribelli.
Ma la beffa è stata grande, quando tutto era finito e la casa aveva superato i terribili rischi di distruzione nel periodo degli “avvenimenti”, dopo che la sorella maggiore vi aveva investito tutti i risparmi del lavoro di una vita per sistemarla ed ingrandirla, è stato proprio in quel momento che una telefonata ha annunciato l’avvenuto disastro, la distruzione.
E mi mostrano un collage di foto, su di un lato quelle del padre, la villetta che ospita la famiglia felice, i fiori, i bimbi in giardino poi con tristezza girano il foglio e mi fanno vedere ciò che è rimasto: le immagini dei crolli e delle distruzioni, con qualche scritta di rivendicazione sulle mura annerite.
Oggi la Nuova Caledonia e’ un paese nel quale sono presenti numerose razze, in particolar modo nella capitale Noumea; sono stati firmati accordi e trattati che possono permettere ad ognuno di avere spazi e diritti:
la mia speranza e’ che in questa isola dalla natura magnifica e dalle grandi ricchezze tutte le varie etnie riescano a coabitare armonicamente insieme, con le proprie similitudini e diversità, e che questo piccolo mondo multietnico sia di grande esempio al mondo intero.

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Nichel

Informazioni su Manu

Una tardoncella di 53 anni che ha lavorato fino alla cinquantina come achitetto, "mère cèlibataire" di un ragazzo oramai uomo con una buona professione avviata, che ho cresciuto da sola; dopo una vita ricca di responsabilità ho felicemente perduto il lavoro (che era interessante e non avrei mai pensato di lasciare). Dopo un primo momento di disorientamento mi sono indirizzata verso la mia grande passione: andare alla scoperta del mondo! Così sono partita per il Pacifico.
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